Zwena che viaggia per terra e per mare

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A Zwena piace molto vivere in Mali, nel suo villaggio di Kabalà. Ma c’è poca acqua, ancor meno cibo e inoltre sta diventando un posto pericoloso. Per questo la sua mamma, Malaika, decide di andare in Italia e di far venire in seguito anche Zwena e i suoi due fratelli. E così Zwena, che non era mai uscita da Kabalà, comincia un viaggio lungo e difficile attraverso deserti e in mezzo al mare per raggiungere la mamma e una nuova vita.

Autore: Simona Bonariva
Illustrazioni: Erika De Giglio
Fascia d’età:10+
Pagine:114
Formato: 13×19,50cm
Data di pubblicazione: dicembre 2015
ISBN: 978-88-96411-35-3
Rilegatura: Brossura

Categoria:

Descrizione

Riconoscimenti: Selezionato fra i 20 libri partecipanti al Premio Bancarellino 2016 – Marchio di qualità al Premio Microeditoria 2016

La palla rimbalzò sul muro e rotolò verso l’erba, l’aveva mancata di un pelo. Nina soffiò via un ciuffo di capelli dagli occhi e corse a raccoglierla. La lanciò di nuovo contro il muro e stavolta riuscì a riprenderla. La lanciò ancora accompagnando i gesti con una specie di cantilena, ogni colpo una sillaba.

“So-le so-le be-ne-det-to sal-ta fuo-ri dal sac-chet-to … ops!” la palla le sfuggì di mano, stavolta andando a rotolare dalla parte del muro, verso un’apertura che Nina non aveva nemmeno notato fino a quel momento, finendoci dentro.
Nina fece per andare a riprendere la palla, ma quella anziché aspettarla là dove era finita rotolò fuori, lontano dal muro, spontaneamente. Nina arricciò il naso “Che cosa…?”

Fece un paio di passi in avanti e stoppò la palla col piede, poi rimase lì a guardarla pensosa. La riprese in mano e provò a tirarla piano verso l’apertura: la palla rotolò dentro, sparendo nella penombra, e di lì a poco tornò fuori rotolando velocemente nella direzione opposta, verso il piede di Nina.

“Questa poi!” Nina raccolse la palla e si avvicinò cautamente all’apertura che dava su uno spazio angusto, senza luce, dove si apriva una porta senza porta sulla destra. Nina si sporse un poco in avanti per dare un’occhiata, ma siccome fuori la luce era molto brillante e dentro era buio, in un primo momento non vide nulla. Lasciò che gli occhi si abituassero alla penombra, finché alcune sagome non cominciarono ad affiorare dal fondo scuro. C’era della roba accatastata in un angolo, casse forse o sacchi e qualcosa di grosso come un armadio. Nina stette ferma ad aspettare, ma tutto era immobile e silenzioso.

“Ehi, c’è qualcuno?”