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Emilio Salgari

Note Biografiche

Emilio Giuseppe Carlo Maria Salgari nasce a Verona il 21 agosto 1862 da Luigi e Luigia Gradara. La famiglia di piccoli commercianti appartiene alla piccola borghesia di origine popolana. A 16 anni va a vivere presso una zia a Venezia dove si iscrive al primo corso del Regio Istituto Tecnico e Nautico. Passerà tre mesi su una piccola nave da trasporto, l’Italia Una, in giro per l'Adriatico: sarà questa la sua unica esperienza di marinaio, anche se in seguito la sua fantasia gli farà dire di aver compiuto viaggi memorabili fino a fregiarsi del titolo di "Capitano". Non gli fu mai possibile, infatti, viaggiare nei paesi lontani in cui ambientò la maggior parte dei suoi romanzi, e che lui conobbe solo tramite le letture dei libri.

I primi lavori

Scrive alla fidanzata Ida, poi sua moglie, lettere che sono già romanzi (Ida Peruzzi, attrice di teatro, nata a Verona nel 1868); ma il suo primo lavoro edito fu un racconto in quattro puntate, I selvaggi della Papuasia, scritto all'età di vent'anni e pubblicato su un settimanale milanese. Nel 1883 torna a Verona, dove collabora a La Nuova Arena come correttore di bozze per poi iniziare la sua prolifica esperienza di scrittore con la pubblicazione a puntate de La tigre della Malesia ed è l'inizio del successo anche se non ebbe nessun ritorno economico significativo. Nel 1887 esce il suo primo volume presso un editore milanese (Guigoni), La favorita del Mahdi, che è stato suo Un suo insegnante, l'abate Galiani gli consiglia di trasferirsi a Torino per lavorare con l'editore Speirani, attivo nell'editoria per ragazzi. La famiglia arriva a Torino a fine 1892, dove per lungo tempo deve fare quadrare i conti. Salgari scrive molto e lavora addirittura per tre editori allo stesso tempo, a questi se ne aggiunge un altro nel 1895. Molti suoi romanzi ebbero grande successo, ma a causa della sua ingenuità furono soprattutto gli editori a trarne vantaggi, mentre per Salgari le difficoltà economiche furono una costante, fino alla fine.

I primi successi

La produzione salgariana acquista presto una popolarità immensa, grazie anche alle illustrazioni che arricchiscono i testi, e perfino la Regina Margherita si congratula con l'autore. Nel 1897 è nominato Cavaliere, e da allora dedicherà la prima copia di ogni sua pubblicazione alla Regina. La casa editrice Donath lo convince a trasferirsi a Genova. Nel 1899 esce per loro Il Corsaro Nero, uno dei successi editoriali più strepitosi della storia. A Genova la famiglia si trova bene, tuttavia Salgari decide di tornare a Torino. Qui la situazione economica peggiora sempre più, e Salgari non trova di meglio che pubblicare altri testi sotto pseudonimo (ne aveva già usati una quarantina), ma si tratta di canovacci un po' tirati via, e non hanno il successo delle avventure firmate Salgari. Gli pseudonimi usati sono: Guido Landucci, Cap. Guido Altieri, E. Bertolini, S. Romero. La moglie si ammala e comincia a dare segni di pazzia. I figli sono abbandonati a se stessi e crescono senza una guida, poiché lui passa le giornate e le nottate a scrivere. Salgari trascorre la sua vita immerso nello studio di atlanti, enciclopedie, giornali con resoconti di viaggi e scoperte dell'epoca. Per descrivere con precisione i luoghi esotici dei suoi libri si documenta dettagliatamente. Nel frattempo cambiano spesso casa. La produzione letteraria aumenta, ma i soldi sono sempre molto scarsi. Negli ultimi cinque anni pubblica oltre venti romanzi. Sono gli anni in cui Salgari viene preso da una certa lucida follia che verrà in seguito raccontata, fra un misto di invenzione e realtà dal figlio Omar. Salgari deve la sua fama ad una produzione romanzesca impressionante, con ottanta opere (più di 200 considerando anche i racconti) distinte in vari cicli avventurosi come il Ciclo dei Pirati della Malesia e il Ciclo de I corsari delle Antille, con l'invenzione di personaggi di grande successo come il Corsaro Nero, Sandokan, Yanez de Gomera. considerato uno dei precursori della fantascienza in Italia perché scrisse anche diverse storie fantastiche.. Dai suoi libri molte sono state le trasposizioni cinematografiche e televisive.

Salgari e Verne

Nel 1906 rompe il contratto con Donath e passa a Bemporad, per il quale pubblica complessivamente 25 titoli. L’editore si rende però conto che le trame sono più o meno le stesse e lo sollecita a scrivere qualcosa di nuovo: Salgari produce allora Le meraviglie del Duemila, un testo pieno di anticipate invenzioni come la televisione - non diversamente da ciò che fece Jules Verne con La giornata di un giornalista americano nel 2889. I due scrittori sono stati più volte accumunati dalla critica, per la descrizione di paesi esotici che non hanno mai visto, per il genere avventuroso, per l'inventiva e anche per la passione del mare. I due autori sono invece molto diversi, il modo di scrivere di Salgari è molto più passionale, semplice e diretto rispetto a Verne. Salgari ammette comunque di prendere spunto dalle trame del collega. Tuttavia, la critica accolse Verne in modo assai più favorevole di Salgari, fin dagli esordi e infatti il primo divenne ricco mentre il secondo fu spesso osteggiato e soffrì molto questo essergli paragonato in modo sfavorevole.

Una fine tragica

Nel 1909 Emilio Salgari compie un primo tentativo di suicidio, gettandosi su una spada. Lo trova la figlia Fatima. Nel 1910 la moglie si lamenta con l’editore Bemporad per la soppressione dell’assegno ma questi le risponde che non è abituato a subire pressioni di nessun tipo. Nel 1911 le cose precipitano. Ida viene ricoverata perché manifesta segni di follia e finirà ben presto in un manicomio perché il marito non ha i soldi per mandarla in una casa di salute. Il 22 aprile scrive numerose lettere di addio, ai figli, agli editori, ai giornali. In tutte si dice rovinato e senza un soldo, nonostante i "milioni di ammiratori", i soli che gli abbiano dato soddisfazione. Il 25 si allontana da casa, lo trovano la mattina seguente in un burrone dove aveva detto ai figli di cercarlo. Si era ferito al collo e all'addome con un rasoio, ed era morto dissanguato.

Opere

Le principali opere di Emilio Salgari possono essere raggruppate in cicli.