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Edmondo De Amicis

Note Biografiche

Edmondo De Amicis nasce ad Oneglia, Imperia, nel 1846. Dopo aver studiato a Cuneo e a Torino entrò a sedici anni nella scuola militare di Modena nella quale divenne ufficiale. Nel 1866 come luogotenente prese parte alla battaglia di Custoza (terza guerra di indipendenza) e assistette alla sconfitta dei Sabaudi per l'incapacità dei comandanti che non seppero gestire la larga superiorità numerica. Fu questo forse a far nascere in lui la delusione che lo spinse ad un certo punto a lasciare l'esercito. In quel periodo era comunque ancora molto forte lo spirito patriottico e vedeva l'esercito come il primo luogo in cui si andava formando l'unità d'Italia. Considerava infatti la disciplina militare come un efficace metodo educativo. Nel 1868 fu mandato in Sicilia dove era scoppiata una tremenda epidemia di colera e nel 1870 fu tra gli autori della Breccia di Porta Pia.

I primi lavori

A Firenze, dove si era recato per servizio, scrisse una serie di bozzetti sulla propria esperienza militare e sui temi del patriottismo e dell’unità d’Italia che poi sarebbero stati raggruppati nella raccolta La vita militare (1868), pubblicata per la prima volta su L'Italia militare, organo del ministero della guerra di cui era direttore. I bozzetti, scritti con lo scopo di dimostrare che la caserma è una vera scuola di educazione nazionale, gli regalarono subito una grande notorietà. Dimessosi dall’esercito, divenne giornalista e lavorò come inviato per la Nazione di Firenze, assistendo tra l'altro alla presa di Roma nel 1870. Il materiale raccolto durante i suoi spostamentii andò poi a formare i libri di viaggio Spagna (1872), Ricordi di Londra (1873), Olanda (1874), Marocco (1876), Costantinopoli (1878/79), Ricordi di Parigi (1879). A Pinerolo, dove soggiornò in diverse occasioni, scrisse il libro Alle porte d'Italia dedicato alla città e al Pinerolese. Nel 1884 Pinerolo gli conferì la cittadinanza onoraria.

Cuore

Nell’ottobre del 1886 l'editore Treves fece uscire nelle librerie Cuore, che ebbe subito un grande successo, tanto che in pochi mesi si superarono le quaranta edizioni e ci furono traduzioni in decine di lingue. Il libro fu molto apprezzato anche perché ricco di spunti morali attorno ai miti del Risorgimento italiano. Fu molto criticato invece dai cattolici per l'assenza totale di tradizioni religiose (nel libro non si festeggia nemmeno il Natale). La causa di questa mancanza era legata alle controversie esistenti tra il Regno d'Italia e Papa Pio IX dopo la presa di Roma. L’ispirazione per scrivere il romanzo gli venne dalla vita scolastica dei due figli Ugo e Furio. Nel 1891, dopo essere divenuto lo scrittore più letto in Italia, De Amicis aderì al nascente Partito socialista.

Altre opere

De Amicis fu sempre molto sensibile alle problematiche di carattere sociale, se ne ha riscontro nelle opere successive: Sull’Oceano, un libro sugli emigrati, Il romanzo di un maestro, La maestrina degli operai, Lotte civili, La carrozza di tutti e Primo Maggio scoperto di recente. Gli ultimi anni di De Amicis furono tutt’altro che facili a causa dei problemi con la moglie e alla morte di un figlio e dell’amata madre. Gli ultimi scritti furono: L'idioma gentile (1905), Ricordi d'un viaggio in Sicilia (1908), Nuovi ritratti letterari e artistici (1908). Morì a Bordighera nel 1908.